Comninos: “Bilbao sfida vinta. BCL da sempre punta su inclusività e qualità”
Le parole del CEO di Basketball Champions League alla vigilia della Finale 2022
(da Bilbao). Domani si chiuderà la stagione 2021/22 di Basketball Champions League, la sesta edizione della competizione per club lanciata da FIBA nel 2016 e cresciuta di livello nel corso degli anni. Una crescita che non sorprende il CEO Patrick Comninos, particolarmente soddisfatto di quella che è la prima Final Four disputata in un’arena che non è casa di una delle squadre partecipanti: “È una sfida che abbiamo preso dopo cinque anni e siamo molto felici di come sia andata. Bilbao è una città fantastica e ha giustificato la nostra scelta con un supporto eccezionale da parte della comunità locale”.
Comninos ha toccato diversi temi, tra cui il conflitto Russia/Ucraina (“Il ritiro del Prometey ha condizionato la competizione. Attueremo le decisioni degli enti sportivi, come quella di FIBA che arriverà nelle prossime settimane”) e soprattutto la questione relativa ai rapporti tra FIBA e Euroleague: “Sì, la scorsa estate abbiamo invitato Euroleague e NBA ad un tavolo per trovare insieme il miglior modo di approcciare la situazione odierna. Nessuno oggi è contento di quello che è lo stato del basket europeo, e siamo tutti d’accordo sul fatto che qualcosa debba cambiare. Vogliamo continuare queste discussioni e personalmente sono ottimista sul fatto che a fine stagione potranno esserci conversazioni produttive per migliorare il basket europeo”.
La stagione corrente ha visto due squadre protagoniste delle scorse edizioni di BCL – Monaco, due volte alle Final Four, e la Virtus Bologna campione 2019 – mettersi in mostra nelle competizioni ECA. Una circostanza che evidenzia, secondo Comninos, un problema del basket europeo: “Oggi non c’è certezza, sicurezza, consistenza e chiarezza su come le squadre possono partecipare alle competizioni europee. Ogni primavera i club si muovono in giro, scegliendo in base all’ambizione ma anche alle esperienze recenti. Da un lato ci sono i casi di Monaco e Virtus, dall’altro noi abbiamo avuto, in BCL, tre delle ultime cinque vincitrici di Eurocup (Galatasaray, Malaga e Darussafaka, ndr). Questa situazione, generalmente, non aiuta a promuovere il basket europeo. Non porta la chiarezza e la certezza necessaria per commercializzare al meglio un brand. Non dovremmo guardare ai singoli casi, ma all’intero sistema: noi siamo contenti che in 6 stagioni più di 130 squadre siano state in grado di partecipare alla Basketball Champions League, e alcune di queste hanno costruito capitoli importanti delle loro storie. Come BCL noi puntiamo, da sempre, su inclusività e qualità”.
“È importante”, continua Comninos, “sottolineare che noi non vogliamo convincere nessun singolo club. Vogliamo creare una conversazione per scambiarci idee e tirare fuori un approccio comune. Rispettiamo ciò che Euroleague ha creato, non vogliamo cambiare strutture altrui o mettere le squadre in una fazione o nell’altra. Abbiamo visto un tentativo di creare un ambiente in grado di aiutare soltanto pochi club, ma forse questo ambiente non aiuta nemmeno loro oltre a non aiutare certamente il sistema. E alla fine tutti ne soffrono le conseguenze”.