Cantù, Simioni risponde su Instagram ai tifosi e… ai giocatori

Q&A su Instagram per il lungo dei brianzoli

Dopo il centro americano Hayes, il capo allenatore Pancotto e capitan La Torre, è toccato a Simioni, pivot di S.Bernardo-Cinelandia, rispondere alle tante domande dei tifosi sulla pagina ufficiale Instagram di Pallacanestro Cantù. All’iniziativa hanno partecipato non solo semplici tifosi: tante, infatti, sono state le domande provenienti anche da altri cestisti, come il compagno di squadra Pecchia o come Coronica, capitano di Trieste, e Visconti, tiratore in forza agli Stings Mantova, in Serie A2, il quale, ai tempi delle giovanili, fu compagno di squadra proprio di Simioni.

Dieci domande, dieci risposte, di seguito il resoconto dell’#AskSimioni:

Domanda di @andrepagans

Hai sentito il cambiamento dalla A2 alla Serie A? Sei un grande! Saluti da Imola «Ringrazio e ricambio i saluti a tutti i tifosi di Imola. Secondo me la principale differenza tra A2 e A1 è la presenza di maggior atletismo e maggior fisico, evidenziata soprattutto dai giocatori americani».

Domanda di @richirigotto

Come ti piace passare il tempo con i tuoi amici?
«Quando ho la possibilità di stare con i miei amici sinceramente penso più a qualcosa di tranquillo, facendo cose insieme che evitino luoghi caotici. Preferisco, infatti, di gran lunga, stare a casa con loro a parlare e a scherzare».

Domanda di @pech6

Emozione più bella provata su un campo da basket
«L’emozione più bella penso sia stata sicuramente la vittoria dello scudetto under 18 con la Reyer Venezia, nel 2016. Un’emozione che non dimenticherò mai».

Domanda di @yancarlos_rodriguez_made

Piatto preferito?
«Probabilmente non ne ho uno in particolare. Quello che apprezzo maggiormente, però, sono le costine in salsa barbecue, che mi capita di mangiare spesso con un amico»

Domanda di @guybrush30

Su quali aspetti del tuo gioco senti di dover migliorare?
«Penso sicuramente sul fisico, in primis, e sulla testa. In ogni sport, la testa è fondamentale per raggiungere un livello importante».

Domanda di @stefanolorini

Chi è il miglior giocatore di Serie A?
«Penso sia difficile trovare quest’anno il miglior giocatore in Legabasket. Penso a Luis Scola, a Sergio Rodriguez, a Milos Teodosic, ce ne sono tanti. Per il mio modo di giocare, però, mi piace moltissimo Ethan Happ della Vanoli Cremona».

Domanda di @lore3m

Cosa si prova a giocare per Cantù? Per me è speciale
«Sono molto legato a Cantù perché, del mio paesino (Cittadella), ci sono passati “Beppe” Bosa e Renzo Tombolato, due grandissimi giocatori. Perciò ho sempre conosciuto Cantù, prima ancora di approdare in Brianza per giocarci, prima anche di altre piazze di Serie A. Rispondere alla domanda mi viene comunque molto difficile perché è per me un sogno, davvero. È come quel qualcosa che punti sin da bambino e poi, magicamente, riesci a ottenerla. Giocare qui è per me una contentezza immensa».

Domanda di @richirigotto

Perché la maglia numero 27?
«Il numero 27 l’ho scelto grazie a uno dei miei migliori amici. Il suo idolo era “Ciccio” Coralli, che vestiva il 27 nel Cittadella Calcio, e lui ha insistito più volte che io scegliessi quel numero, sostenendo che con un altro numero non sarei andato da nessuna parte. Ammetto che, da quando lo ascoltai, il cambiamento ci fu: a Imola la mia carriera ebbe una svolta importante, quindi lo ringrazio di cuore».

Domanda di @richirigotto

E se potessi cambiare numero di maglia, invece, quale sceglieresti?
«Se potessi cambiare numero non lo cambierei. Se, invece, dovessi necessariamente farlo, sentirei sicuramente il mio fornitore di numeri, il mio amico “Richi” Rigotto».

Domanda di @matteo_mare

Che ricordi hai della finale U20 al Palasport Pianella?
«Giocare al Pianella mi ha lasciato tante cose. In primis, i brividi dovuti allo stare in campo con attorno 4mila persone. Più di tutto, però, mi resta l’amarezza per quella sconfitta, che tuttavia mi è poi servita per vincere, nello stesso anno, ma poco dopo, lo scudetto under 18. Ringrazio comunque i tifosi che c’erano quel giorno per avermi fatto vivere un’atmosfera del genere».