Bostjan Nachbar: Deluso dal dialogo tra EuroLeague e FIBA

Bostjan Nachbar, numero uno della Euroleague Players’ Association (ELPA), ha rilasciato una lunga intervista a Mundo Deportivo. Ecco alcuni passaggi

Bostjan Nachbar, numero uno della Euroleague Players’ Association (ELPA), ha rilasciato una lunga intervista a Mundo Deportivo. Ecco alcuni passaggi.


Come sta affrontando l’ELPA questo futuro incerto?


Stiamo andando molto bene, il problema è piuttosto quello che è successo in EuroLeague negli ultimi anni. Dopo i problemi con il COVID, c’è stata la guerra in Ucraina che ha lasciato i tre club russi fuori dalla competizione. E quest’anno c’è la situazione in Israele, con tutto quello che sta succedendo al Maccabi. C’è stato anche un cambiamento nel CEO della competizione con l’uscita di Marshall Glickman e l’arrivo di Paulius Monteiunas. Sarebbe auspicabile un po’ più di stabilità. A volte, quando sei lì e l’altra parte non è forte, è più difficile collaborare perché non può darti una risposta a molte cose. E questo è successo negli ultimi anni. Bisogna sempre aspettare. Al momento stiamo negoziando il nostro secondo contratto collettivo, perché il primo sta per scadere.


Quali sono le prospettive di accordo?


Dipende dall’argomento. Credo che in questi primi anni abbiamo già fatto molti progressi, soprattutto nell’affrontare il problema dei mancati stipendi. D’altra parte, abbiamo un sistema di “seconda opinione medica”, che è molto importante e i giocatori lo usano molto. Abbiamo migliorato gli standard in tutti i club, sia per quanto riguarda i rapporti medici, sia per quanto riguarda le regole sulla durata della pre-season, su quanto e quando ci si può allenare…. La stagione di un giocatore di Eurolega è molto difficile perché gioca molte partite. E ora stiamo discutendo con EuroLeague su come crescere insieme, anche se quando si inizia a parlare di soldi tutto è più complesso.


L’anno scorso ci sono stati problemi con la Stella Rossa per i mancati pagamenti, ci sono stati altri casi da allora?


Vedremo cosa succederà a fine stagione, perché in passato abbiamo visto che alcuni club preferiscono non pagare a fine stagione per poter negoziare, ma credo che abbiamo ridotto al minimo il problema. Nel sistema attuale, se non paghi i tuoi giocatori non puoi ingaggiarne di nuovi. È successo nel caso della Stella Rossa ed ha avuto abbastanza risonanza visto che si parlava di Campazzo, ma è così che funziona.


In questo sistema di prevenzione contro i  mancati stipendi, esiste una sorta di fondo comune?


No. Se entro 15 giorni il giocatore non riceve il suo stipendio, ci informa e l’ELPA passa l’informazione a EuroLeague, che la valuta, parla con il club e se scopre che non ha pagato, la possibilità di ingaggiare un nuovo giocatore o allenatore è sbarrata. E abbiamo visto che funziona molto bene. Abbiamo trattato 40 o più casi in questi sei anni e tutto è stato risolto in media in 30 giorni.


C’è anche la questione del numero di partite giocate, contro cui si sono espressi molti giocatori e allenatori. E invece di ridurre il numero di partite quest’anno, EuroLeague ha introdotto i play-in.


Sì, abbiamo già raggiunto il numero massimo di partite. Non si può fare di più, ma il problema è che ci sono anche i campionati nazionali e nel caso della Spagna, dove il campionato è di alto livello, è una follia. Ai giocatori piace giocare, quello che non piace è viaggiare e allenarsi. Per questo motivo stiamo cercando un equilibrio per ridurre il numero di allenamenti e rendere più brevi le pre-season, con un massimo di 35 giorni. Questo è un bene, ma durante la stagione ci sono situazioni in cui ci sono troppi viaggi e troppe partite, soprattutto perché non c’è una buona collaborazione tra EuroLeague e le leghe domestiche.


Sa come stanno andando i colloqui con la FIBA per collaborare e armonizzare un po’ di più le cose?


Ci sono molte idee, ma pochi movimenti. L’unica cosa che hanno fatto è che hanno raggiunto un accordo per cui a febbraio i giocatori di EuroLeague possono andare a giocare con le squadre nazionali e basta. Sono già molto… non direi negativo, ma deluso perché pensavo che dopo un anno di discussioni e trattative ci sarebbe stato qualcosa di più e invece non c’è molto. E questo sarebbe necessario. È necessario non solo per la FIBA ma per tutto il basket, perché un appassionato di basket, quando si siede a casa a guardare una partita in televisione, a volte non sa cosa sta guardando. E nel frattempo altri sport e altri campionati, soprattutto l’NBA, ne approfittano.


Si è parlato anche della possibilità di scambi di giocatori durante la stagione, simili a quelli che avvengono nell’NBA. È stata accantonata?


Se ne parlava, ma non so se fosse un desiderio del sindacato degli allenatori di tutelarsi maggiormente, di poter scambiare i giocatori senza perdere il lavoro. Lo capisco perché molti bravi allenatori hanno perso il lavoro. In quell’anno ci sono stati otto o nove cambi a metà campionato e sono troppi. Ma cambiare i giocatori come fanno nell’NBA, non lo vedo possiabile. Siamo assolutamente contrari perché vogliamo proteggerli. E non è nemmeno così facile, perché i contratti sono legati anche ai campionati nazionali, ai diversi quadri giuridici e ai diversi Paesi. Non è possibile cambiare i contratti come fa l’NBA. Se un giocatore vuole cambiare, lo sta già facendo, ma cambiare contratto non lo vedo possibile.


Come collaborate con i sindacati di ogni Paese?


Dipende. Con alcuni meno e con altri di più, abbiamo avuto incontri con diversi. Mi piacerebbe averne di più, ma d’altra parte capisco anche che ognuno ha i suoi problemi. Noi ci preoccupiamo di quelli che giocano in EuroLeague e qui in Spagna, per esempio, ci sono altri 14 club di livello abbastanza alto con giocatori che hanno bisogno del supporto di un sindacato. I loro problemi sono un po’ diversi.


E i giocatori dell’Eurocup?


In alcune cose sì. Non abbiamo un contratto collettivo come in Eurolega, ma sì. Lo facciamo per la questione dei mancati pagamenti e del secondo parere medico.


Prima ha parlato delle assenze delle squadre russe, dei problemi del Maccabi, pensa che saranno risolti?


Ci vorrà molto tempo prima di rivedere le squadre russe, perché vedo come funziona il mondo. Finché non entreranno in altri sport non credo che accadrà, perché non credo che EuroLeague prenderà provvedimenti autonomi. Sì, ci sono situazioni estreme come Thomas Heurtel (sospeso dalla sua nazionale perché ha un contratto in Russia), ma anche alcuni americani. Il giocatore sa di avere una sola carriera sportiva e intende sfruttarla per progredire e vincere il più possibile. Se riceve un’offerta dalla Russia è difficile rifiutarla se non si ha altro perché si ha una famiglia, si ha una vita e bisogna sfruttarla al massimo. A volte è difficile da capire, ma è così.


Come pensa che sarà il basket di club europeo l’anno prossimo?


Si dice che più avanti potrebbe esserci un’espansione per includere le squadre di Dubai, ma ora credo che entrerà Parigi. Dubai credo che giocherà prima uno o due anni in Eurocup per vedere come si adatta.



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