Billy Baron e l’infortunio. Il giocatore racconta la sua verità

Billy Baron, a poche ore dall’annuncio del suo ritiro dal basket giocato, ha parlato con il sito serbo Meridian

Billy Baron, a poche ore dall’annuncio del suo ritiro dal basket giocato, ha parlato con il sito serbo Meridian. E ha parlato del calvario della passata stagione.


SUL PROBLEMA AL GOMITO


“Il mio infortunio non era così grave… Giocavo, sentivo un po’ di dolore, ma riuscivo comunque a tirare, forse stavo giocando il miglior basket della mia carriera. Abbiamo vinto il titolo e il giorno dopo sono andato a fare l’operazione, praticamente dovevano solo pulirmi un po’ il gomito e il recupero doveva durare tra le 4 e le 6 settimane. Volevo farlo per sentirmi meglio, perché avevo un contratto di due anni ed ero un giocatore affermato… Sono andato dal medico che mi avevano consigliato, mi ha operato e non mi sono più sentito lo stesso. Ho iniziato a sentire fastidio al braccio, era doloroso e non riuscivo nemmeno a muoverlo.”


SUL PEGGIORAMENTO PROGRESSIVO


“Sono tornato dallo stesso medico a settembre e la risonanza ha mostrato che alcune cose erano tornate. Era davvero confuso. Abbiamo programmato un’altra operazione, hanno fatto un’incisione più grande e mi hanno tolto 300 grammi dal braccio a ottobre. Era molto doloroso, il piano era di tornare a giocare verso Natale, ma il braccio non migliorava. Ho giocato qualche partita, ma non riuscivo nemmeno a tirare. Mi dicevano che faceva parte del processo… Dopo alcune partite ero frustrato e ho dovuto prendermi una pausa. Ho passato gennaio a fare terapie, ma non c’era alcun miglioramento.”


SULL’EVOLUZIONE ALL’ESTERO


“Sono andato a Monaco con la mia famiglia e ho parlato con il preparatore del Bayern. Mi ha detto che era impossibile giocare con un braccio in quelle condizioni. Dovevo sottopormi a un’altra operazione e cambiare completamente il piano di recupero, che era stato sbagliato. Era febbraio, erano già passati sette mesi e stavo peggiorando. Pensavo fosse colpa mia, che fosse il mio corpo a non rispondere.”


SULL’INTERVENTO A NEW YORK


“Non volevo operarmi a Monaco, così ho deciso di tornare a casa. Ho trovato uno dei migliori medici al mondo, che lavora con i New York Yankees. Quando ha esaminato il mio braccio ha iniziato a scuotere la testa e ha detto: ‘È un disastro. Che peccato’. Non poteva garantirmi che il braccio sarebbe migliorato dopo l’operazione, ma ho deciso comunque di farla e questa volta ho avuto sensazioni molto migliori. Dopo due o tre settimane riuscivo a muovere il braccio, cosa che non ero stato in grado di fare dall’inizio della stagione precedente. Ero come un bambino, mi sentivo così bene. Stavo davvero migliorando.”


SUL RITORNO


“Siamo tornati prima del previsto. Pensavamo che la stagione fosse finita per me, ma il fisioterapista mi ha detto che avrei potuto tornare a giocare a maggio. La riabilitazione che abbiamo seguito era diversa. Non mi facevano piegare il braccio come prima, quando il dolore era davvero intenso. Il fisioterapista di New York mi ha spiegato che non dovevamo fare così. Abbiamo proceduto lentamente, con massaggi leggeri e movimenti dolci, e il braccio continuava a migliorare. Sono tornato a Milano per cercare di giocare nei playoff, ho fatto quattro allenamenti, mi sentivo bene, facevo canestro, ed Ettore [Messina] ha detto a tutti che avrei giocato. Era una sensazione incredibile.”


SUL NUOVO INFORTUNIO


“Durante il riscaldamento per la prima partita di playoff, ho sentito qualcosa al polpaccio. Si è scoperto che l’avevo strappato. Non potevo crederci. Ma ho deciso comunque di giocare, dovevo dimostrare che il mio gomito stava bene. Ho segnato il mio primo tiro, e quello è stato tutto.”


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