Benacquista, quattro chiacchiere con Jaren Lewis: curiosità, passioni, obiettivi

Lewis viaggia con medie di oltre 12 punti e 7 rimbalzi

La Benacquista Assicurazioni Latina Basket in questi giorni non sarà impegnata con partite ufficiali, ma soltanto con sedute di allenamento, in vista del meselewis (2) di marzo che si preannuncia intenso e ricco di sfide importanti per il team nerazzurro, che si preparerà con determinazione a tornare sul parquet per completare la prima fase della regular season. Ed è alla fine di un allenamento che abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il nostro Jaren Lewis, chiedendogli di raccontarci qualcosa su se stesso, la sua famiglia, le sue passioni e i suoi progetti futuri.


Che tipo è Jaren?


«Sono una persona molto indipendente e pacata. Preferisco una serata in casa piuttosto che una serata fuori. Apprezzo molto la lealtà e l’onestà. Sono un gran lavoratore e non amo le giustificazioni. È facile andare d’accordo con me».


Raccontaci qualcosa della tua famiglia, hai fratelli o sorelle?


«La maggior parte della mia famiglia è originaria del Midwest degli Stati Uniti, in Indiana, ma io sono l’unico a essere nato e cresciuto in Florida. I miei genitori si sono trasferiti agli inizi del 1996 e io sono nato nel novembre dello stesso anno. Ho un fratello di 3 anni più grande di me. Noi due siamo molto legati. I miei genitori vivono ancora in Florida, mentre mio fratello e io viviamo a Houston, in Texas, quando sono negli Stati Uniti. Quindi è bello sapere di averlo nella stessa città quando sono a casa».


Quando eri un bambino e qualcuno ti domandava "cosa ti piacerebbe fare da grande?", cosa rispondevi?


«Quando qualcuno mi domandava cosa avrei voluto fare da grande, rispondevo sempre che sarei voluto diventare un giocatore di pallacanestro professionista».


Qual è il più bel regalo che hai ricevuto?


«Il più bel regalo è stato un orologio molto carino che ho ricevuto da mio fratello in occasione di un mio compleanno qualche anno fa».


Quale laurea hai conseguito? Quali erano le materie che preferivi all’università e quali detestavi?


«Ho conseguito la laurea in gestione aziendale e le materie che mi piacevano di più erano imprenditorialità e statistiche d’impresa. Ho odiato la contabilità».


Quali sono le maggiori differenze nello stile di vita in America e in Italia? Cosa apprezzi di più dell’Italia?


«Secondo me la differenza principale tra gli Stati Uniti e l’Italia è come quest’ultima sia coinvolta nella sua storia. Credo che l’Italia si attenga ai suoi metodi e faccia le cose a modo suo. L’Italia si immerge davvero nella propria cultura e nella propria storia. Gli Stati Uniti sono sempre "al passo successivo". C’è sempre una nuova tendenza o una nuova storia. Però apprezzo molto l’Italia, avere un profondo rispetto per i propri modi e la propria cultura è davvero importante e capisco perché gli italiani amino così tanto il loro Paese. Inoltre, mi piacciono molto i monumenti e il clima e, venendo, dalla Florida sono contento di non aver dovuto vivere nemmeno un giorno di neve quest’anno».


Quali sono i tuoi principali interessi e cosa ti piace fare nel tempo libero? Cosa ti piace fare con i tuoi amici quando sei negli Stati Uniti?


«I miei principali interessi sono gli sport, la musica e i film. Amo i bei documentari e mi piace davvero solo uscire e rilassarmi. Mi diverto nel fare viaggi in macchina e naturalmente nel guardare e giocare a pallacanestro, oltre che nel trascorrere del tempo con i miei amici. Quando sono negli Stati Uniti, mi piace andare a mangiare fuori con i miei amici, guardare con loro qualsiasi evento sportivo ci sia e uscire per godersi un po’ di tempo in città».


Quale genere musicale preferisci? Generalmente preferisci leggere un libro o guardare un film?


«Il genere musicale che preferisco è l’R&B e preferisco decisamente guardare un film anziché leggere un libro».


Come è nato il tuo interesse per la pallacanestro? Qualcun altro nella tua famiglia nutre la stessa passione? Chi è il tuo più grande sostenitore?


«Il mio interesse nei confronti della pallacanestro è nato perché la mia intera famiglia ha sempre avuto la passione per la palla a spicchi. Mi hanno messo una palla da basket in mano fin da quando ero piccolo e me ne sono subito innamorato. Mio cugino sta giocando da professionista in Finlandia e la mia più grande sostenitrice è senza dubbio mia madre».


Perché hai scelto il numero 1 per la tua maglia da gioco?


«Ho scelto il numero 1 per la mia maglia perché mi piace il suo aspetto. Non ho un motivo in particolare, semplicemente mi è sempre piaciuto il numero. L’ho indossato fin dai tempi del liceo e ho continuato con quello».


A parte la tua carriera nella pallacanestro, quali sono i tuoi obiettivi futuri?


«Al di là della mia carriera nella pallacanestro, ho l’obiettivo di avere un impatto positivo ovunque io vada. Non so ancora cosa sarà, ma spero di essere un’influenza positiva e di essere considerato come qualcuno da cui gli altri, e la società nel suo complesso, possano trarre beneficio».


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