Attilio Caja risponde a Pansa: Crea una polemica con me per mettersi in mostra
Ospite di Jack Bonora a Sport club, il coach della Fortitudo Bologna Attilio Caja è tornato anche sulla polemica a distanza con Lorenzo Pansa
Ospite di Jack Bonora a Sport club, il coach della Fortitudo Bologna Attilio Caja è tornato anche sulla polemica a distanza con Lorenzo Pansa.
Il tecnico di Vigevano si era espresso così nel post gara del fine settimana: «Quello che è successo con Caja è che il signor Caja è un grande allenatore e ancora una volta si è dimostrato l’uomo che ha sempre dimostrato di essere. Ha parlato tutta la partita con i miei giocatori».
Questa la risposta di Caja: «Sai, quando non hai magari delle solide argomentazioni tecniche, come si dice a Roma, “la butti in caciara”. Vuoi distogliere l’attenzione dal punto principale e inizi a parlare di altro.
E poi, per lui fare una polemica con me è un’occasione per mettersi in mostra, no? Perché altrimenti, chi lo conoscerebbe? Invece, se fa una polemica con me, va sui giornali perché ci sono io, e di conseguenza si “aggancia” al mio nome. Io cerco di pensare alle mie cose, ma davanti alla mia panchina, in una situazione continua di flopping, trattenute su Fantinelli e Volpini, con la maglia tirata, gli ho detto (a Rossi): “Basta, falla finita. Gioca a pallacanestro.”
A quel punto, lui mi risponde qualcosa del tipo “questa è la mia pallacanestro”. E io gli replico: “Fai così perché non hai armi tecniche, e quindi ricorri a questo.” Gli arbitri ci hanno fischiato un fallo tecnico a testa. È giusto, ho sbagliato. Sono cose che non si fanno, ma l’ho fatto per evitare che reagissero Fantinelli o Volpini e magari prendessero un tecnico per reazione. Meglio che fossi io a farmi sanzionare.
Però, questo signore si dimentica che è accaduto lo stesso anche alla loro panchina: Gabriel è stato provocato, ha preso un tecnico, e anche loro hanno ricevuto un tecnico. Quindi siamo pari, non può venire a farmi la morale su come ci si deve comportare o su cosa si può dire o fare.
Sembra quasi che abbia il “patentino” per decidere chi è una brava persona e chi no. Ma cosa vuol dire “brava persona”? Se, sull’autobus, mi alzo per far sedere un’anziana in difficoltà, sono una brava persona? E se resto seduto, non lo sono? Chi è lui per dare queste etichette?
E per chiudere, un grande dirigente sportivo una volta disse: “Le brave persone servono a servire le messe.».
E ancora: «Io sono di Pavia, loro sono di Vigevano, noi siamo il capoluogo, loro la provincia!».