Ario Costa: La Dinamo è davvero molto forte, ma lo sport è bello per questo, perché non si sa mai
SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Ario Costa, presidente della Victoria Libertas Pesaro, sesta in classifica nel campionato di Serie A di basket maschile
SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Ario Costa, presidente della Victoria Libertas Pesaro, sesta in classifica nel campionato di Serie A di basket maschile. Il nostro ospite si è espresso sugli obiettivi stagionali che la società si è prefissata di raggiungere e sui prossimi impegni sportivi, come la sfida di domani contro Sassari valida per i quarti di finale di Final Eight. Inoltre, il presidente Costa ci ha raccontato il modo in cui il Covid ha modificato, e in alcuni casi stravolto, le abitudini di squadra e la pallacanestro in generale.
In quali condizioni di salute si trovano attualmente squadra e società? Ci sono dei casi di positività al Covid?
In questo momento la squadra sta bene, ad eccezione di un solo infortunato, che si è rotto radio e ulna del braccio un mese e mezzo fa e che adesso è in fase di riabilitazione. Per il resto, stiamo tutti bene. In passato abbiamo avuto dei casi di positività al Covid, ma al momento siamo tutti negativi.
Dopo 9 anni la VL Pesaro disputerà la Final Eight di Coppa Italia. Vi preparate ad affrontare ai quarti di finale la Dinamo Sassari, che in campionato ha 6 punti in più di voi in classifica. Il vostro giocatore Drell ha dichiarato: "Se riusciamo a giocare con il nostro ritmo, non è detta l’ultima parola". Cosa pensa a riguardo? Sassari parte favorita?
Sassari ha costruito un roster per raggiungere degli obiettivi precisi e ambiziosi: vuole primeggiare e ha tutte le capacità, le possibilità e le qualità per farlo. Noi abbiamo degli obiettivi completamente differenti da quelli della nostra futura avversaria. Pesaro è partita con l’obiettivo di salvarsi e portare a casa una stagione un po’ più tranquilla del solito. Adesso ci troviamo a giocare la Final Eight, siamo molto contenti di questo. Venerdì affronteremo la Dinamo, che è davvero molto forte, ma lo sport è bello per questo, perché non si sa mai: si scende in campo, si gioca cinque contro cinque, e chi gioca meglio vince. Noi scenderemo in campo e ce la metteremo tutta. Sicuramente, è più semplice pronosticare una vittoria per Sassari, ma il bello dello sport, ribadisco, è che spesso i pronostici vengono disattesi.
Come giudica il percorso fatto da Pesaro alla luce degli attuali risultati e delle operazioni di mercato effettuate?
La mia squadra è quasi impeccabile. Abbiamo avuto un rendimento abbastanza costante. L’unica sconfitta pesante è stata proprio quella con Sassari, ma avevamo anche due giocatori in meno e stavamo attraversando una dura fase di Covid. Per questo motivo, sono molto contento del percorso fatto dalla squadra. Venerdì ci presenteremo contro Sassari senza nulla da perdere e anche molto soddisfatti della stagione disputata.
Lorenzo Calbini, dopo aver subìto un infortunio alla spalla, è stato operato con successo. Come si sente adesso? Quali sono i tempi di recupero del cestista?
Il giocatore sta bene. L’intervento è riuscito, non ci sono complicazioni. Tuttavia, adesso dovrà affrontare un periodo abbastanza lungo di rieducazione, un po’ noioso. Purtroppo, questi sono gli imprevisti del nostro sport. Bisogna essere pronti ad ogni evenienza.
Qual è l’obiettivo stagionale che la società si è prefissata di raggiungere?
La nostra storia recente racconta che abbiamo fatto molta fatica in questi anni, per una serie di motivazioni che al momento è inutile ricordare. Quest’anno ci siamo consolidati, siamo una società seria che aspira alla salvezza, ad un campionato da giocare in maniera più serena. L’obiettivo non era la Final Eight nè quello dei playoff. Sicuramente, in futuro i playoff dovranno essere il nostro obiettivo. Siamo contentissimi di poter giocare la Final Eight, ma la nostra priorità era ed è quella di giocare questo campionato in maniera tranquilla. Ora raggiungiamo subito la salvezza e divertiamoci un po’, che ce lo meritiamo. Abbiamo sofferto tanto in questi anni.
Quanto incide l’assenza dei tifosi durante i match? In cosa è profondamente cambiata la pallacanestro a causa di questa pandemia?
Il pubblico incide su tutto: sullo spettacolo, sulle motivazioni, sul coinvolgimento emotivo dei giocatori. La pallacanestro è uno sport che vive di contatto con gli spettatori, con i tifosi, con gli stessi avversari. Mancando oggi il pubblico sugli spalti, tutto questo viene meno. Le partite sembrano anomale, ma gradualmente ci siamo abituati a giocare così. Credo che il basket abbia subìto quello che un po’ tutti hanno subìto: l’obbligo di giocare davanti a nessuno, in modo freddo, di gestire situazioni complicate, la necessità di sottoporre giocatori e staff a tamponi settimanali. Il virus ci ha lasciato la paura del contagio e ci ha tolto la nostra routine: i giocatori si riunivano, scherzavano e si divertivano insieme. Abbiamo dovuto rinunciare a tutto questo per garantire la sicurezza di tutti. Il Covid ha creato disagi anche nel settore giovanile, che si è dovuto arrestare, alle finanze e ai budget delle società. Per fortuna, gli sponsor hanno compreso la gravità del contesto e ci sono rimasti vicini. E’ tutto molto complicato.
Fonte: news.superscommesse.it.