Alexey Shved: Voglio giocare altri 5-6 anni

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Lunga intervista del giocatore del Khimki

La guardia del Khimki Moscow Region, Alexey Shved in un’ intervista con sua moglie ha raccontato come

trascorre il suo tempo in quarantena:


Da quanto tempo sei a casa per via della quarantena? Come è cambiata la tua routine quotidiana?

Ora il più delle volte rimaniamo a casa e cerchiamo di uscire il meno possibile. Tutto è iniziato da quando

tutte le partite di VTB ed Eurolega sono state sospese, da lì ho iniziato ad uscire sempre meno. Ogni tanto

porto il cane a fare una passeggiata vicino casa oppure vado nei negozi vicino casa.


Ti manca il basket?

Certo che mi manca. Ora nel mondo c’è una situazione tale che è meglio rimanere a casa. La quarantena

passerà e tutti torneranno alla vita normale per lavorare. Ora la cosa più importante è stare il meno possibile

in strada e cercare di non ammalarsi.


Se fosse possibile cambiare qualcosa nella tua carriera, cosa cambieresti?

Non ci ho mai pensato, perché nulla può essere cambiato. Mi piace tutto ciò che sta accadendo ed è accaduto

nella mia carriera.


Se non fossi un giocatore di basket, che professione avresti scelto?

In effetti non saprei, quando mi sono trasferito a Mosca da Belgorod ed ho iniziato a giocare

professionalmente ho pensato solo al basket.


Giocare in NBA era il tuo sogno d’infanzia, si è avverato. Puoi dire che ora vivi senza un sogno?

Oppure ne hai un altro?

Ogni giocatore di basket sogna di giocare in NBA, sono contento di esserci riuscito. Non voglio parlare di

‘’sogni’’, devi fissarti degli obbiettivi a cui vuoi avvicinarti e tutto deve essere fatto per poterli raggiungere.


Cosa vorresti imparare?

Ora non ho tempo per imparare nuove cose. Forse lo farò dopo la carriera.


Il basket ti ha dato tutto ciò che hai ora. Cosa hai intenzione di fare dopo la fine della tua carriera?

Molto probabilmente, non il basket mi ha dato tutto, ma i miei genitori. La mia famiglia mi ha aiutato ed era

sempre lì. Moglie, sorelle e fratelli, tutto questo è merito loro.


Se potessi cenare con qualcuno del presente o del passato, chi sceglieresti?

Chiunque, Giulio Cesare, Stalin o Gagarin ma, potrei elencarne tantissimi altri.


Sei diventato una stella quando ci sono stati i primi successi?

No, bisogna rimanere sempre se stessi. Non hai sempre giocato da qualche parte, prima di diventare

qualcuno ho dovuto fare tanta strada con molte persone. Non dobbiamo mai dimenticare cosa abbiamo

passato, chi eravamo e cosa siamo diventati.


Per quanti anni vorresti giocare professionalmente?

Altri 5 o 6 anni di sicuro


Come hai accettato il rinvio delle olimpiadi? Il Giappone è uno dei tuoi stati preferiti, ci sei stato la

scorsa estate. Cosa ti è piaciuto di più?

Mi è piaciuto molto il Giappone. Quando ci sarà la possibilità, vorrei andarci per alcune settimane per

visitare il paese. Mi piacciono la cultura, il cibo e le relazioni tra le persone giapponesi.


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