40 anni e 20.000 punti segnati: il compleanno di Luis Scola

In Argentina lo chiamano “El Capitan”, il Capitano, simbolo, bandiera, un po’ tutto, ma soprattutto l’anello di congiunzione tra la “Golden Generation” che ha fatto diventare il basket argentino una superpotenza mondiale

Quante partite ufficiali ha giocato Luis Scola nella sua vita? Abbiamo provato a fare un conto: 523 tra Spagna (solo nella Liga), Cina e Italia, incluse le coppe, 791 nella NBA compresi i playoff, 30 alle Olimpiadi, altre 139 in Nazionale. Ha debuttato in Nazionale il 15 giugno 1999 contro l’Ecuador, segnando 12 punti al Casanova di Bahia Blanca. Con 2.791 punti è il primo realizzatore nella storia della Nazionale, 9.201 li ha segnati nella NBA, 8.396 tra coppe e campionati europei (più quello cinese). Fanno 20.388, senza contare la seconda lega spagnola, il campionato argentino e le nazionali giovanili, in 1.483 gare. Oggi Luis Scola compie 40 anni.


In Argentina lo chiamano "El Capitan", il Capitano, simbolo, bandiera, un po’ tutto, ma soprattutto l’anello di congiunzione tra la "Golden Generation" che ha fatto diventare il basket argentino una superpotenza mondiale e la nuova frontiera rappresentata dai giocatori che hanno vinto l’argento ai Mondiali in Cina.  Tutti i giocatori argentini pendono dalle sue labbra. E’ bastato viaggiare con lui in Europa durante l’EuroLeague per accorgersene. Scola parla e gli altri ascoltano, da Campazzo a Deck. E’ una forma, bellissima, di rispetto per un giocatore che c’era quando l’EuroLeague disputò la sua prima stagione sotto l’ombrello attuale e c’era ancora quest’anno. In mezzo, una storia fantastica, nata grazie alla maestria nell’uso del piede perno e del gioco in post basso, ma sviluppatasi attraverso l’uso del tiro da tre punti che gli ha permesso di essere protagonista nella NBA e ancora decisivo in numerose partite di questa EuroLeague.



La scelta di continuare è arrivata dopo l’argento mondiale in Cina. "Ero certo che avremmo fatto bene e che avrei giocato bene, perché sono un ottimista. Avevo anche parlato con Coach Messina, ma non era ancora il momento giusto. Dopo i Mondiali, ho guardato a tutte le opzioni e ho scelto Milano". Ma la sua longevità non ha segreti. L’ha detto tante volte quest’anno, in ogni angolo del mondo: "Devi lavorare, allenarti bene, prepararti, mangiare bene, dormire bene. Ma non sono segreti, lo sanno tutti che è così, poi si tratta di farlo davvero o meno".


Fonte: olimpiamilano.com.

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